giovedì 8 luglio 2010

Faticando

Quando il 15 Ottobre 2009 si è spento mio padre ho pensato che il mondo volgesse al termine.
Mi ero ripreso da poco dalla morte improvvisa di un'altra persona quando quella maledetta mattina alle 10.20 squilla il telefono...."Siediti...."
Poteva andare peggio, anche se è un'amara consolazione.
E' stato strano, non avevo mai pensato che mio padre se ne sarebbe andato così in silenzio: non che credessi che se ne sarebbe andato facendo un gran chiasso, ma così no, improvvisamente e inaspettatamente.
La cosa più difficile è stato guardare mia sorella e vedere tutto il dolore che le passava dentro, abbracciare mia madre e sapere quanto si sarebbe sentita sola, mio fratello e tutti i suoi rimpianti nei suoi confronti che non sarebbero mai stati colmati e che sarebbero rimasti la come dei vasi vuoti, mai riempiti delle cose migliori.
L'unica cosa positiva è stato vedere mia nipote, così piccola, così dolce, così piena di vita: è uno dei maggiori rimpianti, quello di non averla vicina e non sentirmi un bravo zio perchè le do l'affetto che forse le è stato negato dalla perdita del nonno e dallo zio lontano.
Comincio a fatica grazie ai soliti problemi col braccio, comincio pensando a cose tristi, ma che fanno parte della vita, comincio seduto su una lapide che ha il mio stesso cognome ma che non è mio padre, solo quello che ne resta.
Ho sempre immaginato come me ne sarei andato io, e il pensiero è sempre andato al fatto che avrei lasciato questo mondo solo, penso che me ne andrò pensando agli altri prima che a me, a quello che lascerò, perderò, ma me ne vorrei andare colla possibilità di rimanere qua e di vedere quello che succederà a tanta gente a cui ho voluto bene, poter vivere accanto a loro silenziosamente, carezzandoli e facendoli ancora miei, andando via negli inverni freddi, sorridendo delle giornate bollenti come questa e dandogli una mano anche nel trapasso, perchè credo che in quel momento ci si sente ben soli.
Non è un bel modo di iniziare, ma io sono così, mi piace pensare che la confusione è solo una nota stonata nel silenzio e i funerali sono solo un modo per non ferire l'egocentrismo di chi ci ama, non certo un modo per dire addio a chi lascia, che poi, a dirla tutto, se proprio vogliamo dirla tutta, da me non se ne andrà mai.