domenica 14 novembre 2010

Esami fatti....

Fatti gli esami, ora siamo a meno di 24 ore dalla fine (forse) di questa strana faccenda in cui mi sono ritrovato/catapultato senza la minima voglia.
Le lezioni imparate sono tante, ma ce ne sono alcune da non dimenticare e da tenere bene a mente:

- La gente é fondamentalmente buona, anche quella che apparentemente ci é ostile;
- La salute é forse il bene piú prezioso che abbiamo, perché senza di quello la vita é un gran casino;
- Dimostra amore e rispetto e ne riceverai indietro altrettanto, la gente sará sempre felice di aiutarti se puó e se lo crei senza essere troppo arrogante;
- Sorridi finché puoi, affinché si ricordi il tuo sorriso e non le tue arrabbiature.

Domani alle 10.00 avró finalmente i risultati e speriamo che tutto sia ok. Se cosí fosse, la cosa fondamentale sará andare dal medico e convincerlo che mi serve questa benedetta relazione, ma se tutto é OK domani dovrei essere reintegrato come ufficiale e questa é una grandiosa vittoria.

Esistono cose molto importanti, e questa é una, ma ne esistono altre molto piú profonde e che ci segnano dentro.

Vedremo come va il resto della settimana, spero che vada senza troppi intoppi, e soprattutto "finger crossed" per domani mattina alle 10.00.

Scrivi quello di cui sai

Leggevo un libro, quando mi sono imbattuto in una frase che mi ha alquanto colpito, ma era reale e piena di significato.
In sostanza parlava di cosa si deve scrivere, e notava come molti di noi scrivano, in prima battuta, della loro vita. E' vero, lo facciamo tutti, ma è anche vero che non è "scrittura", ma semplicemente un raccontarsi. Un po' come il diario di Anna Frank, che per quanto sia un buon pezzo di encomiabile storia, a me non piace nemmeno tanto.
E allora l'autore suggeriva di scrivere "di ciò che sai", di inventare e dare libero sfogo alla propria fantasia.
Baglioni scrisse un pezzo che si intitolava "La radura dei cavalli bradi". Per mesi ho pensato che avesse un qualche senso, e un senso lo aveva, perchè quei cavalli li aveva visti veramente su delle montagne vicino Roma.
Ma la cosa che mi stupì veramente fu il fatto che molta parte delle canzoni era totalmente inventata.
Per quello forse quell'album mi piacque così tanto.
Se la fantasia è fatta col cuore, riesce anche a portarti lontano, molto più lontano della nostra misera realtà.

sabato 13 novembre 2010

Tieniti impegnato

Cerco di tenermi impegnato, stamattina farmacia e un giro a piedi, oggi pomeriggio a nuotare, ma senza strafare che se no si alzano i valori.
Tutto sommato va tutto bene, le urine sembrano ok, finalmente, era veramente solo un problema di alimentazione, incrociamo le dita per Lunedì e vediamo come va.
Qualcuno non si è fatto sentire, ma pazienza, tra tanti impegni è veramente complicato trovare un momento per condividere qualcosa assieme con qualcuno.
Per il resto l'ansia è scemata, sto meglio, forse serviva proprio uno scossone per rimettermi in linea.
Mi manca un po', ma pace, certo è che sono rimasto per lei.

venerdì 12 novembre 2010

Marica e Marco

Oggi ho conosciuto Marica e Marco. Lei nefrologa e lui informatico, come me.
Marica è stata stupenda, non mi era mai capitato qualcuno che si mettesse a disposizione in maniera così aperta e spassionata.
Mi ha quasi fatto male al cuore vedere una persona così stupenda e che ama in maniera così spassionata il marito, Marco.
Vorrei essere così, vorrei essere più forte, vorrei non piangere mentre ascolto una canzone, ma ognuno ha la sua, ognuno ha il suo modo di reagire, e ognuno affronta la vita.
Marica mi ha colpito per la gentilezza e per tutte le raccomandazioni cordiali e senza marcare il discorso, che mi ha saputo dare.
Alla fine ero disarmato, non sapevo come ringraziarli, ma so che questo, se lo leggessero sarebbe abbastanza.
Esistono ancora persone eccezionali che fanno del bene e persone meno eccezionali, come me, che riescono a soffrire scrivendo la loro sofferenza nel proprio diario di viaggio. Senza la pretesa che tutto ciò possa essere di guida a nessuno nel lungo e personalissimo viaggio della vita.

Comunque Maria Antonietta... Io ti amo.

Visita Medica

Erano mesi che non entravo nello studio del mio medico, e quando sono entrato é sempre stata la solita impressione, un guazzabuglio di carne umana ridotta piú o meno male.
Non ho un dottore, ma una dottoressa, ma é un caso, il mio ex medico curante (uomo) era nello stesso stabile e sullo stesso piano, ma un giorno ha sbagliato clamorosamente la diagnosi, da allora ho deciso di cambiare aria, non é possibile essere curati amputando, quando ti ho solo detto che ho male alla gamba.
Sono entrato dopo 3 minuti che mi ero seduto in sala di aspetto, e meno male che il mio appuntamento era alle 10.30, perché in realtá alle 10.30 ero giá a Bolzano!
Dopo la paura di ieri, oggi il tutto é stato fortemente ridimensionato, grazie a Maria (che questo lo fa per lavoro) e al mio medico, che anche lei lo fa per lavoro ma non mi vuol bene come Maria.
In pratica l'esame é da ripetere, nulla di grave, vuole escludere che non ci siano grossi peggioramenti e che magari non sia stato un errore dell'esame precendente, in termini tecnici questo si chiama "controllo".
Mi ha scritto Mascia (o meglio, ho scritto io a lei e lei mi ha risposto!) e mi ha detto che mi aspettano e che hanno bisogno di me.
Queste occasioni ti fanno venire le lacrime agli occhi: una persona che sa benissimo che sei in difficoltá, ma decide di darti la dovuta importanza. Per iscritto pare una bella persona, e lo spero che lo sia come collega, perché sarebbe un bell'inizio.
Ora peró tutto é spostato in avanti ad inizio dicembre.
Ho organizzato la mia vita per poter resistere fino a fine mese e tenere la mente occupata, poi vedremo, in commissione si trova sempre come spendere il tempo a fare qualcosa di nuovo (non é detto che sia bello!!).
Chi so io ieri mi ha cazziato, ma é stata brava. Ho deciso di non stressarla per un po´e vedere come procede.
Non sono appagato dalla mia vita personale e non sono ne felice ne stabile, ma quanto meno spero che la distanza le faccia capire che alla fine vuoi o no certa gente ti manca. Forse mi illudo, ma va bene, ne riparleremo.
Intanto l'ansia é scemata, spesso provo a tenere la mente occupata in altro e questo sta diventando una buona soluzione ai problemi di questa settimana.
Stanotte a mezza notte abbiamo dovuto fare un lavoro ed é venuto piuttosto bene, doveva durare 2 ore, alla fine ci ho messo 35 minuti.
Un collega peró non aveva finito, allora ho aspettato fino all'1.30 circa, dopo di che ho mandato l'E-Mail ringraziandolo per la compagnia, con in copia tre quarti del creato....
Risultato.... Stamattina era spiazzato, io sorridevo e penso di essermi guadagnato il rispetto suo.

giovedì 11 novembre 2010

Ecco chi sono

Mi chiamo Stefano, sono un consulente informatico.
Ho lavorato per la ricerca e il mio sogno era quello di entrare in Commissione Europea o per un "EU Body".
Ho scoperto di esserci riuscito, e da allora mi sono innamorato di quello stile di vita e di questo lavoro. Ho servito la Commissione Europea in Germania, Finlandia e Spagna. Spero prossimamente in Belgio e Slovenja.
Ho sposato Daniela con cui ho avuto Simone.
Ma un giorno, in una chat, ho conosciuto Mary, che fa il medico e ha 10 anni meno di me.
Me ne sono innamorato e da allora sono iniziati i miei tumulti interiori.
Alla fine ho deciso di chiudere educatamente la porta alla mia famiglia e dedicarmi a Mary, che intanto si era ammalata.
Non credo di essere una persona cattiva e cerco di trattare tutti con la dovuta attenzione.
Non sono razzista, ma odio i prevaricatori sia nel bene che nel male.
Guardo la vita spesso in maniera pessimistica, ma ci vuole poco a risvegliare il mio buon umore.
Mi piacciono le buone azioni e odio la gente che fa male tanto per fare.
Sono un piccolo ingranaggio di una grande ruota, ma credo che sia l'ingranaggio giusto al posto giusto.
Amo Mary, ma rispetto Daniela e Simone e penso che tutti abbiamo sofferto.
Non sono un sostenitore del divorzio, ma a me è capitato, e avrei preferito semplicemente aver conosciuto la mia compagna 10 anni prima.
Purtroppo però la storia ce la scriviamo noi e il tempo, spesso, fa come in "Sliding doors"... Striscia via e cambia gli eventi.

Medical Examination

Purtroppo sono arrivate brutte notizie dalla medical examination.
Alcuni valori sono sballati e hanno dovuto rimandare la mia partenza per Bruxelles.
Mary ha letto i risultati, dice che non è nulla di grave, probabilmente disidratato e devo pensare di andare da un nefrologo, oltre che a mangiare meno grassi.
Resta il fatto che mi sono preso una gran paura.
Mary invece è sempre fredda e distaccata. Questo mi lascia un po' attonito e un po' ferito.
Non lo sta facendo con cattiveria, sta veramente male, ma non puoi guarire qualcuno che non vuole farsi curare.
Così tra medicine e scemenze le ho chiesto se potevo fare qualcosa per lei... "Se mi vuoi bene, non assillarmi".
Non proprio quello che vorresti sentirti dire da una persona per cui hai mandato a quel paese la tua famiglia.
Non ce l'ho con lei.... Vorrei solo capire.
Intanto ho deciso che le mie giornate finiranno qua, invece che nella sua E-Mail. Magari un giorno leggerà e capirà che c'era semplicemente un po' di sano affetto.
Spero che si rimetta presto.

sabato 6 novembre 2010

Arrival of birds

Seduto su uno scoglio,
aspetto l'arrivo degli uccelli,
aspetto l'accendersi dell'estate.

Sono passate quattro stagioni,
sono passati amici,
sono passati amanti su questi malinconici scogli.

Appare un timido spicchio di sole,
appare un solo uccello che arriva e si poggia deciso,
soggiace stanco,e mi osserva.

Gli porgo la mia mano,
gli porgo il mio sorriso,
accarezzo le sue stanche e tremanti piume.

Spalanca le sue ali e si abbandona al vento,
volteggia brevemente,
il sole si è alzato, mi guarda intenerito, e lo ammiro nella sua possanza.

E finalmente vedo i suoi compagni,
finalmente vedo i suoi affetti,
finalmente ammiro lo spettacolo di un lento volare.

Sento il vento sul viso,
l'aria mossa dal battere possente di forti ali,
come in un abbraccio mi scalda.

Sono arrivati gli uccelli,
è arrivato il loro volteggiare,
e trascorrerò con loro una leggera e stupenda stagione.

L'inevitabile

Certe cose non puoi evitarle e non sono mai inaspettate.
Ho pensato per mesi che fosse tutta una casualità strana e poco favorevole, ma non è così.
Gli eventi ci fanno maturare, ci regalano sentimenti dalle sfumature nuove, colori che non sarebbero stati altre sì visibili come un fuoco d'artificio al centro di una tempesta.
La vita è così, ti colpisce, ti scuote, ti scrolla e poi ti regala il meritato riposo tra i giardini candidi di gelsomino, che ti inebriano e ti portano alla mente gli eventi.
Non esiste bene e non esiste male, esistono solo individui e sentimenti, esistono suoni e rumori, ma non semplicemente note. Esistono pianoforti che hanno saputo guarire il panico, sinfonie che abbiamo sognato mentre eravamo alla fine della vita e ci hanno risollevato dal torpore dei nostri corpi per soffiarci la vita nelle narici.
Il mondo è sporco e pulito, il mondo bianco e nero, ma a volte capita anche il grigio e capita anche di trovarsi con le mani sanguinanti a pregare che qualcuno ti aiuti a togliere il fango dalla tomba della tua anima.
Ma esiste anche chi sa risplendere come una stella, chi si sa levare a mezz'aria e riesce a risplendere malgrado il buio.
Tu sei una di queste persone, che sa piangere, sa chiedere, e sa levarsi a mezz'aria.
Sei i fuochi artificiali nel mio cuore, sei l'inevitabile che deve accadere, sei l'evitabile che non ho voluto scansare, ma contro cui ho voluto imbattermi.
Sei il ladro di sentimenti e piaceri, il pittore che ha mosso la mia mano sulla tela, le mie dita sui tasti, le mie ali lungo il cammino ostacolato dei sogni e dei desideri, il bacio rimasto a metà sulle nostre labbra, la carezza scivolata sui tuoi capelli e finita tra le tue mani, la lacrima apparsa e svanita nel sorriso.
Sei la stella che mi ha guidato nella foresta nella notte senza luna, e il sole che ha preso a splendere quando la pioggia è cessata. Sei la pioggia che ha spento l'incendio nell'arsura dell'estate proteggendomi dalle fiamme, il fuoco caldo e tenue che ha scaldato il mio cuore.

E tutto questo non era evitabile...

venerdì 5 novembre 2010

Non é facile lasciarsi e lo so bene. Nelle poche storie della mia vita il momento piú brutto é sempre stato l'addio o semplicemente il dire: "Finisce qua"
Non servono concetti semplici ne tantomeno complicati.
Il distacco é un dolore che va sopportato.
Una storia puó finire, ma poi puoi ecidere due strade: esserci o andare. Molti decidono di esserci sperando che presto o tardi cambi qualcosa, altri preferiscono andare semplicemente per evitare ogni forma di inutile coinvolgimento.
Preferisco esserci in questo caso, e fare in modo che qualcosa cambi, cercando di buttarmi giú il meno possibile.
Potrei dire che nessuno mi ha capito, invece penso che le donne della mia vita abbiano capito bene chi ero, e per quello alcune continuo a sentirle con piacere e sono la parte bella della mia vita.

giovedì 8 luglio 2010

Faticando

Quando il 15 Ottobre 2009 si è spento mio padre ho pensato che il mondo volgesse al termine.
Mi ero ripreso da poco dalla morte improvvisa di un'altra persona quando quella maledetta mattina alle 10.20 squilla il telefono...."Siediti...."
Poteva andare peggio, anche se è un'amara consolazione.
E' stato strano, non avevo mai pensato che mio padre se ne sarebbe andato così in silenzio: non che credessi che se ne sarebbe andato facendo un gran chiasso, ma così no, improvvisamente e inaspettatamente.
La cosa più difficile è stato guardare mia sorella e vedere tutto il dolore che le passava dentro, abbracciare mia madre e sapere quanto si sarebbe sentita sola, mio fratello e tutti i suoi rimpianti nei suoi confronti che non sarebbero mai stati colmati e che sarebbero rimasti la come dei vasi vuoti, mai riempiti delle cose migliori.
L'unica cosa positiva è stato vedere mia nipote, così piccola, così dolce, così piena di vita: è uno dei maggiori rimpianti, quello di non averla vicina e non sentirmi un bravo zio perchè le do l'affetto che forse le è stato negato dalla perdita del nonno e dallo zio lontano.
Comincio a fatica grazie ai soliti problemi col braccio, comincio pensando a cose tristi, ma che fanno parte della vita, comincio seduto su una lapide che ha il mio stesso cognome ma che non è mio padre, solo quello che ne resta.
Ho sempre immaginato come me ne sarei andato io, e il pensiero è sempre andato al fatto che avrei lasciato questo mondo solo, penso che me ne andrò pensando agli altri prima che a me, a quello che lascerò, perderò, ma me ne vorrei andare colla possibilità di rimanere qua e di vedere quello che succederà a tanta gente a cui ho voluto bene, poter vivere accanto a loro silenziosamente, carezzandoli e facendoli ancora miei, andando via negli inverni freddi, sorridendo delle giornate bollenti come questa e dandogli una mano anche nel trapasso, perchè credo che in quel momento ci si sente ben soli.
Non è un bel modo di iniziare, ma io sono così, mi piace pensare che la confusione è solo una nota stonata nel silenzio e i funerali sono solo un modo per non ferire l'egocentrismo di chi ci ama, non certo un modo per dire addio a chi lascia, che poi, a dirla tutto, se proprio vogliamo dirla tutta, da me non se ne andrà mai.